Oggi sono due settimane dalla nascita del mio angioletto. Quindici giorni pesanti, ma bellissimi, che sono volati e che sono sembrati lunghissimi allo stesso tempo.
Non ci credete?
Sono due settimane da quando la mia vita si è perfezionata; non stravolta, non sconvolta, non cambiata. Perfezionata.
E per quanto sia difficile, sia complicato e spaventevole se affrontato con razionalità, quando la guardo negli occhi cerulei sento che potrei fare di tutto per lei, modello leonessa della savana.
Due settimane in cui è arrivato e passato lo scarico ormonale, dove ho pianto guardando la pubblicità degli assorbenti, dove ho avuto paura di essere un pessimo acquisto per mia figlia e di non sapere fare niente e dove mi sono sentita felice e soffocata allo stesso tempo.
Sì, tutto insieme.
Dorme, la pupa.
Dorme con i pugnetti stretti accanto alla faccia ed il gatto che la guarda da lontano, incerto se scappare o no.
"In fondo," credo che pensi, "ha l'odore della padrona addosso, male non sarà. Certo che però è strana forte."
Sono passate due settimane, quindici giorni esatti. Due settimane da quando ho imparato a sentirmi fortunata, ad accettare l'amore incondizionato di chi mi sta accanto, a mollare i freni del facciotuttoio e del controllotuttoio.
Sì, lo so. Non può durare.
Il mio pessimo carattere riemergerà allo svanire della prolattina, di questo statene certi.
Però finché dura approfittatene...