Io ed Emma siamo al mare dai nonni per una settimana e ci godiamo sole e vento in spiaggia. La bimba apprezza l'acqua e si è già fatta riconoscere strillando di piacere come una cornacchia ammarata. Dotata di piscinetta comprata al Penny Market e ciambella mutandata antirovesciamento è già una perfetta donna di mare.
Tutto bene, quindi, tranne per il fatto che con una bambina piccola è impossibile evitare chiacchiere e commenti con perfetti sconosciuti di ombrellone che amabilmente cercano di farsi i cosiddetti cazzi tuoi chiedendoti nell'ordine:
E' sua figlia? No, l'ho rubata allo stabilimento accanto. Ce ne sono delle altre, ne vuole una anche lei
Mamma mia, quanto è bianca! Ha messo la crema? No, mia figlia mi piace arrosto.
Ma ne ha messa abbastanza? Ci aggiungo anche due patate, che ne dice?
Ma è sicura? Vada per le patate
Ma non è vestita poco? Tira un vento! / Ma non è troppo vestita? Siamo al mare! Fare pace col cervello, invece?
Certo che la tetta è proprio un vizio! Eh, sì. Ho detto a mia figlia: “Scegli, o le sigarette o la tetta! E lei ha scelto.”
Ma l'ha già svezzata? Povera piccola! E la tetta no, e la pappa no, ma chele devo dare a 'sta creatura?
Che bel maschietto! Grazie, mi fa piacere che il pagliaccetto rosa di Hello Kitty non l'abbia ingannata!
Ma la mette in acqua? Al mare? Così piccola? E se affoga? Con la ciambella con la mutanda vorrei proprio vedere.
E se le va la sabbia in un occhio? E se la mangia? E se arriva uno tsunami?
Io capisco che sotto l'ombrellone c'è poco da fare, che i bambini sono sempre un appetibile argomento di conversazione, che parlare di politica risulta essere molto frustrante ultimamente e che dopo un po' la nudità imposta dalla spiaggia spinge la gente a sentirsi più in confidenza (male, molto male), ma un bel libretto di parole crociate? Un libro? Una passeggiata sul lungomare?
La prossima volta mi eclisso sul pattino...