20 marzo 2010
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Non parlo più di politica.
Non perché non me ne importa.
Nemmeno perché sono in par condicio.
Non mi hanno nemmeno messo il bavaglio (ancora) come ai talk show.
E’ che sono schifata.
Stufa.
Stufa.
Stanca.
Non so più che dire, che raccontare.
Che esempi portare?
Di che narrare?
Che raccontare?
Vale la pena indignarsi, se per la maggioranza della popolazione va tutto bene?
Parlare di una informazione che non esiste, che plagia le menti del popolino a colpi di balletti sotto le
stelle e serragli di gieffini?
Io stessa mi sono ridotta a leggere solo le notizie easy, gossip e spettacolo o poco più. Troppa
angoscia, tristezza e rabbia leggere di quest’Italia vuota di ideali e di idealisti.
Ed eccomi qui a solidarizzare con la povera Sandra
Bullock, portatrice sana ed ignara non solo di un novello e dicono meritato Oscar, ma anche di un paio di robuste corna tatuate.
Oppure eccomi qui, signora mia, a scrollare il capo di fronte al nome del pupo di Briatore, perché se è vero che i bambini coi
nomi strani sono meno intelligenti, il povero Nathan Falco non sarà mai un fulmine. Ma è anche vero che, figlio di cotanti genitori, non avrà problemi lo stesso.
Il quadretto non è entusiasmante.
Tra qualche anno invece dell’Internazionale mi troverete a
leggere con interesse e premura Dipiù TV, con tanto di bigodini ben calcati sulla testa.
Paura…