25 novembre 2004
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17:36

Metti una strana compagnia di gente che si conosce poco, anzi per niente.
E' sempre un rischio vero, e vabbè rischiamo che i libri a casa possono aspettare un'oretta.
E allora andiamo.
Due bulgare trapiantate da 10 anni in Italia.
Un newyorkers svitato trapiantato sui colli del Trasimeno e la moglie milanese.
Una polacca che insegna inglese.
Una napoletana.
E tre perugini poco medi, che quelli veri se ne stanno sulle loro.
E davanti una pizza napoletana alta un dito, il vino della casa (un Corio rosso eccezionale) e la musica quella DOC, col mandolino di una volta.
E scoprire che la cucina bulgara è uguale alla greca. E che anzi, i figli di Zeus hanno ciulato ai bulgari la paternità dello yogurt (Lactobacillus bulgaricus) e che ce l'han su abbastanza per questa storia.
E che a Natale in Bulgaria, invece della Befana che vien di notte con le scarpe rotte, c'è Biancaneve che porta i regali senza i sette nani che son rimasti in miniera a lavorare.
Giuro, non scherzo, è vero.
O forse ho capito male. Questi ragazzi sono un po' confusi.
O magari è solo il vino.
Parlare di tutto, dalla politica allo sport, dalla religione ai libri, da eBay fino alle borse di Gucci.
E scoprire che la vita prima della caduta del muro era tremenda, che i patemi d'animo per amore non hanno latitudine, che la pizza piace proprio a tutti, che una straniera viene in Italia col mito del macho e trova il mama's boy, che la mazzetta non è una prerogativa solo italiana e che le parolacce in americano mi fanno morire dalle risate.
Ma anche che ridere, confrontarsi,incontrarsi, capirsi anche se si è nati lontani, è bellissimo. E sembra anche facile, oltre che interessante.
Bello.
Pulito.
Ma allora perchè è tutto così dannatamente complicato nel mondo?