
Aspettando la lezione di conversazione d’inglese delle 20, e siccome non si vedevano canadesi all’orizzonte, ho fatto il gioco dei promotori pubblicitari e mi sono messa a sfogliare il catalogo 2005 della Valtur.
Sapete com'è, era la prima lezione del nuovo livello ed ero un po' tesa.
Eccolo lì.
Ammiccante, con immagini ispirate al cinema e con una bionda che scimmiotta Anita Ekberg dentro la Fontana di Trevi, con la sua bella carta satinata e spessa, stava lì che mi
guardava.
E io ho abboccato.
E mi sono lasciata sedurre.
Eccomi qui immersa tra le pagine colorate.
Affascinare dalle bellissime foto di posti esotici, dalle gabbie dorate cinte da muri bianchi, avvolgenti e opprimenti allo stesso tempo come solo un
villaggio vacanze Valtur può essere.
O un villaggio in generale.
Che poi ci sono stata in un villaggio del genere,
lo so com’è.
Ero a S. Domingo in un bellissimo posto, ma bello davvero.
E soffocante.
In mezzo al nulla.
ARGH.
Ma lasciarsi incantare da cavalli che corrono sulla spiaggia al tramonti, da paesaggi mozzafiato, da pesci colorati, da buffet
imbanditi.
Il tutto molto romantico, iconografico.
Romantico.
Romanticissimo.
Issimissimo.
Troppo romantico.
Datemi una motosega.
Insomma, ero tutta immersa nel nulla, mezza convinta a prendere il telefono e prenotare oppure a chiamare una triste agenzia di cuori solitari, quando
mi si è seduto accanto il canadese e guardandomi coi suoi occhioni nocciola mi ha riportata alla realtà chiedendomi nel suo italiano stentato come stavo.
E per fortuna.
Potenza del marketing e delle belle scatole.
Che io, quest’estate, vado a far casino selvaggio
con le mie donne come l’anno passato.
Non sappiamo ancora dove, ma intanto stasera passo in
agenzia, che mi sapranno consigliare un postom altrettanto bello.
E saranno danni.