Ieri pomeriggio mi crogiolavo nel mio ultimo pomeriggio di ferie
stravaccata sul letto con la copertina di pile addosso ed il riscaldamento a palla. Facendo zapping sono inciampata in uno dei miei film zuccherosi preferiti: “You’ve got mail” (infelicemente diventato in italiano “C’è posta per te”, titolo sfruttato al tritacarne per i più infimi fini da una De
Filippi in stato di grazia papale) con una deliziosa Meg Ryan e un divertente Tom Hanks.
E’ un film che mi è sempre piaciuto, e anche se a vederlo oggi risulta un po’ datato come tutti i film di Nora Ephron, è sempre un piacere incrociarlo nel grigiore della tv anche se declassato al
pomeriggio di festa.
Libri e romanticismo, che si può volere di più?
L’ultima volta che era accaduto me la ricordo bene.
Era un sabato pomeriggio prima delle feste, forse due anni fa. Stavo facendo i tozzetti (ndr. Parenti alla lontana dei più noti cantuccini toscani, magari la prossima volta agevolo ricettina
veloce…) e nell’aria iniziava a spandersi l’odore delle mandorle tostate visto che da poco avevo infornato. Mentre attendevo la cottura mi son messa a guardarlo seduta accanto al forno, ché tanto
la visione di un film visto almeno 35 volte non è impegnativa.
Così, mentre la libraia che io avrei voluto essere (anche se non bionda, eh) chattava con uno sconosciuto innamorandosi follemente del bastardo capitalista proprietario delle librerie Fox che
vuol spazzare via la sua piccola libreria, io tagliavo a pezzetti l’impasto e lo rimettevo a dorare. Lei chiudeva la libreria e io spennellavo i biscotti. Finché il finale, come in ogni film
d’amore, esplodeva tra mille cuoricini zuccherini e io addolcivo le mie lacrime sceme con i biscotti ancora caldi.
Ed ecco perché questo film per me sa di mandorle e lacrime immancabili.
Lacrime perché un amore così casuale e perfetto può nascere solo al cinema ed il vederlo compiersi stringe sempre il cuore, anche se con la disillusione che la celluloide regala. Perché queste
cose mica esistono nella vita vera. E’ tutta finzione, melodramma, sceneggiata.
Oppure no.
Perché allungando la mano verso il mio amore che leggeva accanto a me ho pensato che le storie d’amore dei film esistono davvero. Sono più imperfette nei dettagli, frastagliate dalle noie della
vita quotidiana e dai dolori della realtà. Non c’è la scritta “FINE” a suggellare la perfezione, e questo è un bene. Chi lo vuole un amore perfetto?
Così ci siamo guardati la fine del film insieme, abbracciati. E io ho pianto di nuovo, ma non per l’invidia verso Meg Ryan.
Ho pianto perché sono felice e qualche volta si fa fatica ad accorgersene.
E oggi che è il mio compleanno mi voglio far gli auguri da sola, ricordandomi che il bicchiere è sempre mezzo pieno anche se a volte lo vedo vuoto.
Tanti auguri a me, che ho scoperto l’amore quando non ci credevo più.
Tanti auguri a me, che la mattina di Natale ho ricevuto dal mio amore una valigia piena di libri, vero sogno proibito di tutti i lettori tossici come me e pegno d’amore che in confronto
un trilogy è nulla.
Tanti auguri a me, che ho delle amiche favolose che valgono più oro di quanto pesano (e dire che sono snellissime, accidenti!) ed una combriccola che non mi fa mai mancare
l’affetto.
Tanti auguri a me, che ho una famiglia che mi ama e per quanto strampalata e disturbata possa essere è l’unica che ho e mi sostiene quando ne ho bisogno.
Tanti auguri a me, che ho un lavoro in cui mi sento realizzata come se tentassi di vendere tutti i giorni ghiaccio ai pinguini ma alla fine mi fa mangiare e comprare libri, quindi va
bene così.
Tanti auguri a me, che dico sempre di voler scrivere un libro tutto mio ma poi dopo dieci pagine butto via tutto.
E voi, non me li fate gli auguri?