Sono in ferie beata.
Parecchio beata.
Ma la famiglia incombe e per far contenti i miei io e l’Amoremio andiamo coi miei ad una
sagra.
Niente di ché, se non fosse che il paesino in cui si svolge è talmente perso nella campagna umbra che il nostro
navigatore inizia a sbarellare.
Dopo tre stradine bianche sbagliate imbocchiamo quella giusta ed eccoci giunti alla Sagra dell’Agnello
scottadito.
Ci sediamo subito nella parte finale di una tavolata, che dividiamo con una famiglia così bionda da essere
evidentemente straniera. Padre mastodontico, madre e due bellissime bambine in età prescolare, così biondi e arrossati dal sole da essere subito etichettati: turisti.
Mia madre, in evidente ansia a causa della carenza di nipoti, si lascia scappare un: ”Ma come sono belle queste
bimbe, sembrano due bambole!!”
Il padre si gira e sorride. Parla italiano. Con un forte accento ed un grande sorriso, e questo
basta.
Tra corata di agnello, costolette e vino di Montefalco a volontà diventiamo subito tutti amici e scopriamo come
questa sia la sua settima volta in Umbria. Sono belgi, amano le colline perché la loro terra è tutta piatta, mi dice, e il mangiar bene. Carl mi racconta di aver imparato l’italiano per passione
verso il nostro paese, mentre la moglie lo capisce un po’ ma non lo parla.
E’ così contento di averci conosciuto che ordina subito due bottiglie di vino. Non gli capita spesso di parlare
con gente del posto, ci racconta, perché troppo schivi.
Non aveva ancora conosciuto me e la mia famiglia, evidente.
Dopo i preamboli su agriturismi, bellezze locali e specialità culinarie, mentre le bimbe approfittano del parco
giochi il discorso vira sulla politica: “Ma kome fate foi italiani a fotare Berluskoni? In Belgio kon kose di kui lo akkusano non potrebbe fare nemmeno il sindaco di pikkolo paese kome
questo!”
L’Amoremio tenta di spiegargli il conflitto di interessi, le leggi ad personam, la testa vuota di parecchi
italiani. Il tutto mentre io all’altro lato del tavolo con veemenza cerco di ribadire che IO NO. Non solo, che disconosco anche quei fessi di italiani che lo hanno
fatto.
“La kosa più bufffa,” continua lui “è fenire qui in Italia e sentire fostri notiziari che danno notizie tutte
diferse da nostri, sempre a favore di lui!“
Mio padre quasi si strozza col Montefalco: “E ci credo, le televisioni e i giornali sono suoi! Come possono
parlar male?”
E scoppiamo a ridere.
Ma è una risata amara, che non ha niente di divertente o di allegro.
Per fortuna attacca l'orchestrina e tutti veniamo trascinati in una polka dal sapore italo-belga.
Dopo aver mangiato, bevuto e ballato, ci salutiamo mentre loro quattro trotterellano verso l’agriturismo, felici
e un po’ ubriachi come si può essere solo in vacanza.
E un po' sconsolati, come solo chi smaltisce la sbronza riesce ad essere...